Si è da poco concluso il processo di statizzazione delle istituzioni pareggiate, che adesso, a tutti gli effetti sono diventate Accademie e Conservatori. Il processo fa riferimento al DPCM del 9 settembre 2021.
È stato un passaggio atteso, che però ha presentato una problematica: nel processo di stabilizzazione dei precari, in alcuni istituti sono stati coinvolti non soltanto tutti coloro che insegnavano nei corsi accademici, ma anche numerosi docenti che insegnavano nei corsi pre-AFAM: questo, sebbene il DPCM prevedesse tra i requisiti di accesso esplicitamente il servizio svolto nei Settori Artistico Disciplinari. Da ciò ne discende, in breve, che si sono ritrovati ipso facto inseriti nel sistema una pletora di docenti che nella loro vita professionale hanno insegnato solo nei corsi pre-accademici, e che non hanno alcuna esperienza nei corsi ordinamentali. È un vulnus che va a ledere i diritti – ad esempio – di chi non ha potuto godere di questa possibilità, di chi è ancora nelle graduatorie nazionali, di chi ha prestato servizio AFAM a norma di legge, e si vede scavalcato da coloro che formalmente hanno accumulato un punteggio nei corsi pre-accademici.
Inutile sottolineare, infine, quanto la cosa danneggi anche gli sforzi di chi vuole finalmente vedere riconosciuto il livello universitario dell’AFAM. Ma forse siamo rimasti soltanto noi, a lottare per un AFAM che sia finalmente Università come in tutto il Primo Mondo, e che abbia un sistema di reclutamento giusto, coerente in tutto il territorio nazionale e, soprattutto, cristallino.
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