Il Cnam

L’acronimo CNAM sta per Consiglio Nazionale per l’Alta Formazione Artistica e Musicale. Nasce insieme all’Afam, con la legge 508/99, e questo perché è il suo organo elettivo di rappresentanza che pianifica proposte in merito ai criteri di programmazione, formula pareri sui regolamenti e su tutto quanto concerne l’attività didattica, dal reclutamento del personale all’offerta formativa. In altre parole, è per l’Afam il corrispettivo di ciò che il CUN – Consiglio Universitario Nazionale – è per l’Università.

Istituito con la legge 508/99 (v. artt. 3 e 4), è stato eletto però soltanto nel 2005, e da quel momento – attraverso diverse proroghe – è rimasto in carica fino al 2013, quando è decaduto e non è più stato rinnovato. A questo indirizzo è possibile leggere i verbali, il regolamento e la composizione: http://www.cnam.it. L’Afam, perciò, è un corpo senza testa, privo com’è del suo organo di più alta rappresentanza da quasi dieci anni. Il MUR ha costituito un organismo collegiale al suo interno che fornisce pareri in merito all’adozione di specifici provvedimenti ma ovviamente con funzioni ed efficacia depotenziate rispetto al CNAM.

Nel 2019, attraverso passaggi alle commissioni parlamentari competenti e al Consiglio di Stato, la composizione del CNAM è cambiata. Lo scorso 5 luglio il MUR ha finalmente pubblicato l’ordinanza con cui si indicono le nuove elezioni per questo organismo indispensabile al buon funzionamento dell’AFAM. Si terranno il 27, 28 e 29 ottobre prossimo sulla piattaforma CINECA e, acquisiti i risultati, lo stesso sarà nominato entro 30 giorni. Inutile dire quanto sia importante votare, perché tutti coloro che di AFAM vivono – docenti, personale, studenti – possano tornare a far sentire la loro voce attraverso i loro propri rappresentanti.

 

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