La paperella di gomma

Giusto il 30 dicembre 2021, il giorno prima della fine dell’anno, giunge la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Ministeriale 226 del 14 dicembre 2021, cioè del Regolamento accreditamento sedi e corsi dottorato e criteri istituzione corsi dottorato da parte di enti accreditati. Dal titolo sembrerebbe essere il tanto atteso, sospirato, agognato via libera al Terzo Livello degli studi AFAM, cioè i dottorati di ricerca che già nel lontano dicembre 1999 la legge 508 prevedeva per il comparto. Le cose, però, non stanno così: più che una sedia su cui accomodarsi per cominciare a lavorare per il rilancio di un settore che si dà da fare rimboccandosi le maniche e dandoci dentro nonostante la cronica mancanza di attenzione e di risorse, sembra il solito sgabello di spine apparecchiato per accogliere coloro che hanno avuto l’idea balzana di insegnare arte, musica e danza in Italia. L’articolo 15 del pregiato decreto, recita infatti: “Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, con decreto del Ministro sono definite le modalità di accreditamento dei corsi di dottorato di ricerca delle Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 2, comma 5, della legge 21 dicembre 1999, n. 508” e, nei fatti, rimanda di altri 365 giorni l’individuazione delle suddette modalità, non essendo bastati gli oltre 22 anni che ci separano dal 21 dicembre 1999 per partorire una simile fantasmagorica meraviglia. Tale articolo, inoltre, va a completare – in una maniera che sembra immaginata dal Joker di Batman – l’art. 3 più in alto, che prevede (udite, udite!) che le Università possano consorziarsi con istituzioni AFAM per l’attivazione di dottorati. Ovviamente, il prerequisito di siffatto consorzio è che le istituzioni AFAM siano esse stesse accreditate: un bel modo, insomma, di rimandare ancora questo matrimonio morganatico, dovessimo impiastricciare alberi genealogici di purissima prosapia. La nostra Cenerentola al momento è ricacciata al suo posto, nel focolare, per il ballo se ne riparlerà, e per lei non ci sono fate madrine che tengano. A risollevare le sorti di una giornata un po’ così è arrivata nel pomeriggio dello stesso 30 dicembre la notizia che, dopo la disfatta subita dall’AFAM in sede di Legge di Bilancio, gli onorevoli Adelizzi Carbonaro hanno fatto approvare nella medesima legge un ordine del giorno con l’obbligo per il Governo a ridurre la sperequazione economica e di orario di lavoro tra AFAM e Università. Anche qui, chissà come e chissà quando, ma intanto un paletto è stato fissato. Nel frattempo, inizia la ridda delle domande: come pensa, il MUR, che i docenti AFAM possano adempiere ai compiti di ricerca e a quelli che comporta il Terzo Livello, ANVUR in testa? All’interno dell’attuale orario di lavoro, e con i medesimi stipendi? Al momento, più che un Terzo Livello ci è stata consegnata una paperella di gomma. Il tempo dirà se sarà in condizione di galleggiare.

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