Impantanata fino al 2018 in una riforma clamorosamente rimasta in mezzo al guado, l’AFAM negli ultimi tre anni ha conosciuto un’accelerazione che lascia immaginare un non lontano allineamento al sistema europeo di insegnamento superiore delle arti, previsto dalla legge 508/99 e atteso dal sistema da quasi un quarto di secolo. Fermo restando che resta da sanare il vulnus dello status giuridico ed economico dei professori, l’annoso problema del reclutamento pare oggi avviato a conclusione: manca ancora un allineamento completo al mondo universitario come avviene nelle più grandi nazioni europee ma anche qui – con l’ammissione ai PRIN, e il futuro varo dei dottorati di ricerca e dei fondi per la ricerca dedicati – ci sono speranze che si concretizzi presto quanto la legge disegnava decenni addietro. Questo florilegio di novità è privo, tuttavia, di un nuovo disegno degli organi di governo, di cui si discute molto, senza però provare a delinearne un nuovo assetto effettivo che potrebbe essere concepito in questo modo:
Albo nazionale per i direttori
L’Alta Formazione Artistica Musicale e Coreutica (AFAM) ha subito negli ultimi anni un grande impulso sia sul piano didattico che su quello artistico-scientifico. Lo spin-off non può non tenere in conto un sistema di governance che deve – per forza di cose – stare al passo con i tempi e allinearsi al sistema terziario-universitario. L’attuale suddivisione dei ruoli di governance in Presidente, Direttore e Direttore Amministrativo non consente l’armonizzazione, ma la frammentazione nei percorsi di autonomia statutaria degli Istituti; il più delle volte le tre figure – spesso in contrasto tra di loro – portano ad una disarmonizzazione e una disomogeneità dei percorsi, con inevitabili fratture, provocando una netta scollatura tra il corpo docente e il personale tecnico-amministrativo. Nei fatti, generano frizioni e insanabili conteziosi, con forti ed evidenti ripercussioni sull’andamento amministrativo, didattico e artistico-scientifico delle istituzioni. Inoltre, a volte, si è verificato che un direttore eletto non possedesse neanche le minime nozioni amministrativo-giuridiche necessarie per ricoprire la carica. A questo si potrebbe ovviare con la costituzione di un albo nazionale dei direttori, che verifichi la cognizione effettiva delle funzioni, delle norme e dei regolamenti necessari ad amministrare un’istituzione AFAM.
Direttore
Il Direttore (che potrà anche appartenere ad altra istituzione AFAM) sarà eletto tra i professori in servizio presso l’AFAM e votato anche dal personale amministrativo nonché dalla consulta degli studenti. Il suo mandato durerà tre anni e sarà rinnovabile una sola volta. Grazie all’introduzione della nuova figura del Direttore dei servizi generali che assorbirà quella del Presidente, la sua funzione verrà potenziata e avrà compiti di rappresentanza legale delle istituzioni, di indirizzo, di iniziativa e coordinamento delle attività artistico-scientifiche e didattiche, oltre ad assumere le responsabilità relative al perseguimento delle finalità delle istituzioni secondo criteri di qualità, e nel rispetto dei principi di efficacia, efficienza, trasparenza e promozione del merito, così come ogni altra funzione non espressamente attribuita dallo Statuto ad altri organi.
Direttore dei servizi generali
Al Direttore dei servizi generali sarà affidata, secondo gli indirizzi forniti dal Consiglio di Amministrazione, l’intera gestione con l’organizzazione dei servizi, delle risorse strumentali e del personale tecnico-amministrativo dell’Istituto. Il Direttore generale parteciperà alle sedute del CdA, senza diritto di voto e il mandato durerà tre anni. L’incarico sarà conferito dallo stesso Consiglio su proposta del Direttore, sentito il parere del Consiglio Accademico, a personalità di elevata qualificazione professionale e comprovata esperienza. La durata massima dell’incarico, regolato con contratto di lavoro di diritto privato, sarà pari a tre anni e rinnovabile una sola volta.
Il passaggio dalla figura del Direttore amministrativo a quella del Direttore dei servizi generali contribuirebbe ad aumentare la sintonia tra politica istituzionale e amministrazione, poiché il Direttore potrebbe indicare un manager di sua fiducia, anche esterno all’amministrazione, al fine di garantire il buon andamento della macchina amministrativa.
Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione sarà costituito da un numero massimo di undici componenti con elevate competenze gestionali ed esperienza professionale di alto livello. Nel caso in cui il Consiglio di Amministrazione sia composto da undici membri, almeno tre di questi dovranno essere esterni all’Istituto, a decorrere dai tre anni precedenti alla designazione e dovranno rimanere tali per tutta la durata dell’incarico. Nel caso di un numero inferiore a undici componenti del CdA, i soggetti esterni divengono due. Il ruolo di tale organo verrà rafforzato attraverso l’attribuzione di numerose funzioni, dall’indirizzo strategico, all’approvazione della programmazione finanziaria annuale e triennale, dalla vigilanza del personale tecnico amministrativo al compito di decidere nel merito della sostenibilità finanziaria delle attività istituzionali. Spetterà al Consiglio la competenza di adottare il regolamento di amministrazione e contabilità, nonché, su proposta del Direttore e previo parere del Consiglio Accademico per gli aspetti di sua competenza, l’approvazione di tutti i documenti contabili determinanti per la vita delle istituzioni AFAM.
Consiglio Accademico
Il Consiglio Accademico sarà costituito su base elettiva del corpo docente, quale organo rappresentativo dei professori della comunità accademica. In linea generale saranno attribuite a tale organo funzioni propositive e consultive in materia di didattica, ricerca e servizi agli studenti, nonché di attivazione, modifica o soppressione di corsi e nuove strutture. Il Consiglio ha, peraltro, poteri deliberativi propri in capo all’approvazione del regolamento di Istituto e, previo parere del Consiglio di Amministrazione, degli altri regolamenti, con l’eccezione di quello di amministrazione e contabilità, di pertinenza esclusiva di quest’ultimo. Ha, inoltre, competenze di coordinamento e collegamento con i Dipartimenti – nonché con le eventuali strutture di raccordo –, anche in virtù della presenza, all’interno dello stesso, di una quota fissa di Direttori di Dipartimento. Con almeno due terzi dei suoi componenti può presentare una mozione di sfiducia al Direttore, non prima però che siano trascorsi due anni dall’inizio del primo mandato.
Dipartimenti
Ai Dipartimenti competeranno le funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca artistico- scientifica e quelle inerenti alle attività didattiche. Ciascun dipartimento dovrà essere composto da un numero di professori afferenti a settori artistico-disciplinari omogenei e, in ogni caso, tutti i settori dovranno essere rappresentati. I Dipartimenti avranno autonomia gestionale e disporranno del budget stabilito dal Consiglio di Amministrazione, previo parere del Consiglio Accademico nella misura dei componenti e dei corsi. Nel Consiglio Accademico dovranno essere rappresentati tutti i dipartimenti.
Nuclei di valutazione
Il Nucleo di valutazione avrà il compito di validare la qualità dei percorsi di studio e avrà durata triennale. Sarà composto da tre o cinque elementi, in maggioranza esterni all’istituzione. Per accedere al nucleo di valutazione i candidati, interni ed esterni, saranno scelti attraverso percorsi pubblici trasparenti, e dovranno aver maturato almeno tre anni di insegnamento a TI e un percorso scientifico e/o artistico di eccellenza. I nomi dei candidati che avranno superato la prova concorsuale saranno trasmessi dal Consiglio Accademico al Consiglio di amministrazione che indicherà i nominativi prescelti al MUR per la ratifica.
Il Nucleo di valutazione – attraverso questionari, interviste e test di verifica rivolti agli studenti, in modo rigorosamente anonimo, in diversi momenti dell’anno accademico, e anche dopo gli esami finali – si esprimerà in merito all’efficienza del servizio reso dall’Istituzione e il grado di soddisfazione dell’utenza. I criteri generali per la valutazione dovranno essere in capo all’ANVUR e alle sue linee guida.
La nuova governance, dunque, così come potrebbe essere immaginata, si struttura per dare completa attuazione alla Legge 508 del 1999. La figura del Direttore, come i Dipartimenti e i Nuclei di valutazione, verrebbero investiti di ulteriori oneri e competenze, mentre al Presidente del Consiglio di Amministrazione subentrerebbe la figura, ex novo, del Direttore dei servizi generali. Assieme al nuovo e finalmente adeguato status giuridico ed economico dei professori, con la nuova governance il settore AFAM acquisterebbe, quindi, reale autonomia e importanza, e il cambiamento sperato sarebbe il fine utile e unico per garantire un’armoniosa autonomia economica, amministrativa e di autogoverno delle istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale, ancora oggi, costrette a barcamenarsi in una terra di nessuno, sospese tra il mondo della Scuola e dell’Università, status che impedisce il dispiegamento di tutte le potenzialità effettive.
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