Il regolamento mancante: la lunga attesa per la valutazione e la programmazione nel sistema AFAM

Sono passati oltre venticinque anni dall’approvazione della legge n. 508 del 21 dicembre 1999, che ha sancito l’autonomia delle istituzioni AFAM e la loro equiparazione, nell’ambito del sistema dell’alta formazione, alle università. Eppure, uno degli strumenti fondamentali previsti dalla legge per garantire la qualità, la trasparenza e la coerenza del sistema non ha ancora visto la luce: il regolamento relativo alla valutazione e programmazione del sistema AFAM.

L’articolo 2, comma 7, della legge 508/1999 prevede esplicitamente l’adozione, con decreto del Presidente della Repubblica, di un regolamento per stabilire i criteri e le modalità della programmazione dell’offerta formativa, della valutazione delle attività didattiche e di ricerca, e della verifica dell’efficienza e dell’efficacia delle strutture. Questo regolamento avrebbe dovuto fungere da quadro di riferimento per un sistema coerente e meritocratico, orientato al miglioramento continuo delle istituzioni.

La valutazione nell’AFAM, storicamente percepita come adempimento formale, è oggi ridefinita alla luce dei lavori avviati dall’ANVUR e delle disposizioni vigenti in materia di valutazione del sistema AFAM, specificamente adattate alla natura delle istituzioni artistiche. In questo nuovo quadro, la valutazione non può limitarsi alla misurazione quantitativa dei risultati, ma deve promuovere una riflessione sulla qualità dei processi formativi, sulla coerenza della ricerca artistica e sulla capacità di innovazione delle istituzioni.

La costituzione dell’Area AFAM all’interno dell’ANVUR rappresenta un passo decisivo in questa direzione. Tuttavia, è necessario che i criteri adottati rispettino le peculiarità del lavoro artistico, evitando l’appiattimento su modelli mutuati dall’università senza le opportune mediazioni.

In stretta connessione con la valutazione, la programmazione assume un ruolo centrale, come già indicato dal DPR 212/2005, che assegna agli organi di governo delle istituzioni AFAM (Consiglio accademico e Consiglio di amministrazione) la responsabilità di definire linee strategiche e piani di sviluppo.

La programmazione triennale, prevista nei principi di autonomia delineati dai DPR 212/2005 e 82/2024 e richiamata negli indirizzi ministeriali vigenti, costituisce oggi il principale strumento attraverso cui le istituzioni possono pianificare la propria crescita, allineandosi agli obiettivi nazionali e internazionali di qualità, innovazione e sostenibilità.

Una programmazione efficace deve fondarsi su:

  • la valorizzazione delle specificità artistiche e territoriali;
  • il collegamento tra didattica, ricerca e produzione artistica, come delineato anche nei DPR 212/2005 e 82/2024 in materia di autonomia didattica e di ricerca;
  • l’integrazione dei processi di autovalutazione come base per la progettazione strategica.

La costruzione di un sistema AFAM fondato sulla qualità richiede una cultura diffusa della valutazione e della programmazione, ispirata agli standard di accreditamento già adottati nell’istruzione superiore universitaria, e capace di coinvolgere tutte le componenti della comunità accademica. In questo contesto, l’autonomia responsabile prevista dalla legge 508/1999 trova piena attuazione: le istituzioni sono chiamate non solo a esercitare la propria libertà progettuale, ma anche a rendere conto delle proprie scelte in termini di impatto culturale, sociale ed economico.

L’assenza del regolamento si riflette direttamente sulla governance del sistema, determinando una debolezza strutturale. La valutazione, che dovrebbe orientare le scelte strategiche e le politiche di reclutamento e finanziamento, è sostituita da pratiche di controllo formale. Inoltre, la mancanza di programmazione mina la possibilità di pianificare percorsi formativi coerenti, investimenti infrastrutturali e innovazioni didattiche di lungo periodo.

Non meno rilevante è la difficoltà di riconoscere e valorizzare in modo trasparente la produzione artistica, la ricerca e le attività di terza missione delle istituzioni AFAM, che restano ancora prive di un sistema valutativo specifico, equo e condiviso.

Pertanto occorre quanto prima promuovere una riflessione critica e operativa su questi temi, sostenendo i professori nell’acquisizione di competenze valutative e progettuali, e contribuendo a garantire che la qualità nell’AFAM sia il risultato di un processo consapevole, partecipato e coerente con la missione pubblica delle istituzioni.