Mobilità docenti AFAM: a che punto siamo?

Con l’entrata in vigore del DPR 83 del 24 aprile 2024, il sistema dell’AFAM si trova formalmente dotato di un nuovo quadro normativo per la mobilità dei docenti. La norma, da tempo attesa, rappresenta un passo significativo verso l’allineamento dell’AFAM agli standard organizzativi del comparto universitario, introducendo la possibilità di attivare bandi per la mobilità inter-istituzionale prima ancora di procedere al reclutamento tramite concorso. Tuttavia, a fronte di un impianto normativo ormai definito, la sua applicazione concreta si presenta oggi in un’impasse gestionale che rischia di svuotarne l’efficacia.
La previsione contenuta all’art. 4, comma 5 del DPR introduce una possibilità concreta di mobilità interna al sistema, fondata sulla pubblicazione di bandi da parte delle singole istituzioni, con valutazione dei titoli, dell’anzianità di servizio e dell’esperienza artistico-professionale.
Tuttavia, questa previsione, tanto attesa quanto necessaria, resta oggi sospesa in un limbo operativo. Nessuna istituzione ha ancora pubblicato un bando di mobilità.  Le istituzioni AFAM, come è noto, possono procedere a nuove assunzioni – o a mobilità in entrata – solo nei limiti delle risorse assegnate annualmente dal Ministero. Questo significa che ogni procedura di mobilità grava sullo stesso plafond assunzionale destinato anche ai concorsi. In altre parole, mobilità e reclutamento sono due vasi comunicanti che si contendono risorse esigue. È un corto circuito paradossale, che rischia di vanificare gli intenti della riforma: si riconosce la priorità della mobilità, ma non si mette il sistema nelle condizioni di realizzarla. Si chiede di valorizzare il personale in ruolo, ma non si garantisce un fondo specifico o aggiuntivo per coprire tali operazioni. Occorrerebbe invece prevedere un budget specifico dedicato alla mobilità, svincolato dal normale plafond assunzionale. Solo così le istituzioni potrebbero attivare le procedure senza penalizzare la programmazione ordinaria del personale.
Per questi motivi, ANDA ribadisce la necessità di intervenire con urgenza. La mobilità può essere uno strumento efficace di riequilibrio e valorizzazione, ma non può essere condizionata dalla scarsità strutturale di risorse. Occorre un segnale chiaro e un atto di responsabilità che accompagni la norma con misure operative, finanziarie e organizzative. Solo così la riforma potrà tradursi in una reale opportunità per docenti, studenti e istituzioni.