Una strada accidentata

Nelle ultime settimane due Decreti Legge sono intervenuti a incanalare nel bene e nel male il futuro dell’AFAM in una direzione che appare disperatamente obbligata.

In merito al DL 36/2022 (PNRR) abbiamo già scritto, ma è impossibile non tornare a sottolineare il colpo di mano che, tramite un emendamento, ha cancellato il meccanismo dei trasferimenti vigente fino ad ora, senza tener conto di professori che sono stati assunti con un contratto e delle norme specifiche che, scomparse, sconvolgono il loro futuro. Da oggi il professore AFAM residente a Rovereto in servizio a Sassari si vede negata persino la speranza di potersi avvicinare a casa, un’imposizione improvvisa e ingiusta, non compensata in alcun modo. L’ANDA ancora una volta non può esimersi di indirizzare il proprio allarme alla politica e al MUR: non si può più andare avanti in questo modo, a costo zero, penalizzando anche le sparute sicurezze di un settore abbandonato a se stesso da quasi trent’anni. Per l’ennesima volta la professionalità e la dignità dei professori dell’AFAM è stata calpestata. Abbiamo fatto presente nelle sedi opportune che non è più possibile proseguire in questo modo, con carichi di lavoro che aumentano sempre più a fronte di salari che restano perennemente uguali dall’avvento dell’euro, nonostante il costo della vita continui soprattutto negli ultimi tre anni ad aumentare vertiginosamente. Per questo abbiamo chiesto agli onorevoli Adelizzi (Insieme per il futuro) e Nitti (PD), esponenti della maggioranza, di porre attenzione a queste problematiche. Gli onorevoli hanno presentato nel DL 50 (DL aiuti) due emendamenti volti a migliorare lo status economico dei docenti dell’AFAM: ahimè questi emendamenti sono stati sonoramente resi inammissibili. Di certo non ci aspettavamo un percorso facile soprattutto in un DL che aveva altri scopi e finalità ma che comunque poteva essere risolutivo anche per l’AFAM, poiché il nostro settore ha disperatamente bisogno di aiuti economici.

Il 27 giugno l’onorevole Rosa Maria Di Giorgi, intervenendo in sede di discussione alla Camera dei Deputati sul DL 36/2022, ha segnalato con precisione le criticità di tutte le problematiche, su cui anche recentemente si è soffermata l’ANDA: reclutamento, introduzione della figura del ricercatore, contratti di ricerca a costo zero in primis, non mancando di segnalare il «gap non più tollerabile» col mondo universitario. Non possiamo fare a meno, inoltre, di segnalare l’impegno per l’AFAM dell’onorevole Michele Nitti, che il 28 giugno ha presentato un ordine del giorno (AC 3656) al DL 36/2022 (PNRR), che ha ricevuto il parere favorevole, impegnando il Governo a valutare l’opportunità di intraprendere, in fase di approvazione del primo provvedimento utile, ogni iniziativa necessaria a compensare la differenza di trattamento retributivo tra il personale docente delle Istituzioni di Alta Formazione Artistica e Musicale e quello delle altre istituzioni del sistema della formazione superiore e della ricerca. Tale ordine del giorno fa da pendant a quello precedente presentato dagli onorevoli Adelizzi e Carbonaro nell’ultima legge di bilancio e di cui abbiamo parlato. Duole constatare come il Governo abbia posto la fiducia su un importante provvedimento come il DL 36/2022 (PNRR), e sul quale non vi sia stata possibilità di confronto e di dibattito tra le forze politiche, come già accaduto per l’ultima legge di bilancio.

Ci chiediamo cosa, a questo punto, sia necessario perché si inizi seriamente e realmente a sostenere economicamente l’AFAM e in particolar modo i suoi docenti, vittime di un contesto che non sembra trovare un’accettabile evoluzione verso uno status davvero efficiente, pienamente europeo.

Aggiornamento del 29 giugno 2022

Col DL 36/2022, nella tarda serata del 28 giugno, sono stati approvati altri due ordini del giorno per l’AFAM. Il primo di essi, n. 30, firmato dall’onorevole Fassina (Liberi e uguali), impegna il Governo «a valutare l’opportunità di preservare la mobilità nazionale per i docenti e il personale TA già di ruolo o che lo diventerà in base alle vigenti graduatorie nazionale del personale docente e alle graduatorie del personale TA compilate ai sensi dell’articolo 1quater, comma 1, quarto periodo, del decreto legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27 e dell’articolo 19, comma 3bis, del decreto legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2013, n. 128». Il secondo di essi, n. 43, firmato dai deputati Menga (Misto), Dori (Misto), Romaniello (Misto), Paolo Nicolò Romano (Misto), Siragusa (Misto), impegna il governo «a valutare l’opportunità di prevedere, nel primo provvedimento utile, norme efficaci per garantire al personale docente del comparto AFAM il pieno esercizio del diritto alla mobilità ai sensi dell’articolo 30, comma 2bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165». Questi due ordini del giorno hanno ricevuto il parere favorevole con la riformulazione: «a valutare l’opportunità». Insomma, abbiamo la speranza che in futuro le cose possano cambiare, tenendo sempre presente il vecchio adagio: «Chi vive di speranza, muore disperato».

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